Ezio Zanetti

Quando l’autore di questi versi vuole donarvi qualcosa di personale, vi offre un segnalibro con impronte dei suoi polpastrelli. Come dire che vi lascia una stretta di mano, in pegno d’amicizia anche quando non sarà più al vostro cospetto, e potrete ricordarvene quando il segnalibro vi capiterà fra le mani.

Quelle che avete fra le mani sono invece le impronte poetiche di Zanetti. Anche queste vi vengono date in pegno d’amicizia, perché l’autore è di quei poeti che si mettono costantemente in gioco, che spalancano le porte della mente e non temono di mostrarne le camere. Che siano quelle illuminate dall’ironia, o quelle assolate dall’umore elegiaco (come gli haiku occidentali), oppure quelle nella penombra onirica della visionarietà (Fatalità e Trucchi, trucchetti, trabocchetti). In questa raccolta, la poesia di Ezio Zanetti è soprattutto invito. Un invito a fare un passo (o più) oltre, verso l’ignoto (L’angolo nascosto), soprattutto verso la scoperta, e anche un invito a conoscersi, a trovare il proprio angolo (Questione di gradi) o a riconsiderare una realtà troppo spesso giudicata superficialmente (Dove non pensi). É una geometria esistenziale quella qui delineata da Zanetti, perché la misura dell’esistenza è il suo campo elettivo di riflessione, che si tratti di quella vissuta o di quella sognata, in fondo i due aspetti della quotidiana attività umana. 

Una riflessione esistenziale non può non essere anche morale: è in gioco il valore ontologico nell’azione umana. Per questo non mancano le invettive. Rispetto alle sue prime liriche, tuttavia, Zanetti pare in cerca di un’altra via. Continua a rimanere saldo in piedi con il pugno teso verso le ipocrisie (Io ti conosco, Categoricamente, A mio parere, Preghierina del poeta, Non ho più dubbi), ma decide di abbassare la guardia verso ciò che, di questa esistenza, identifica ancora come accettabile (Eugenea, Il mio vanto, Vita rurale), un richiamo ai valori della propria terra, il Monferrato. Qui il tono diventa elegiaco, arretra persino l’ironia di In farmacia o Analisi logica e che percorre questi versi in più punti. D’altra parte l’ironia resta in agguato anche dov’è ancora lo sdegno a sospingere la riflessione di Zanetti, come in Il banchetto o Uno scheletro in più.

Su una cosa, però, Zanetti non ironizza, ed è l’onestà, a partire dalla dedica di questa silloge (a chi lotta per conquistarsi un posto al mondo), fino a giungere alla rabbiosa constatazione che “sulla faccia della Terra/ non c’è posto per gli onesti” (Sulla faccia della Terra). Non ironizza neppure sui comportamenti peggiori, da sempre largamente diffusi e stigmatizzati, ma oggi sempre più ostentati a modello di comportamento vincente, come il culto sfrenato dell’ego a scapito dell’esistenza altrui (Un po’ qua un po’ là, A coloro che…), a cui Zanetti indirizza un monito sia materiale (Lezione di storia), sia ontologico (Agli imbecilli).

Le impronte sono tracce, indizi, da seguire per scoprire aspetti ignoti della realtà. Grazie a queste impronte esistenziali, l’indagine poetica può continuare.  A voi la possibilità di aprire un’istruttoria e formulare un verdetto. Sarete in grado di assolvervi?

Carlo Francesco Conti

GRAZIE TANTE

Per mettere

al mondo dei figli

e poi torturarli

con le vostre

abominevoli frustrazioni

e maleodoranti nevrosi…

lasciateli

dove sono.

Loro stessi vi ringrazieranno.

IN FARMACIA

Con un gran sorriso

da farti invidia,

un sorriso

che neanche tu

sai dove ti prende;

certo…

che un grazie

ed un arrivederci

sono forme di cortesia,

ma

che sfrontatezza

sentirsele dire in farmacia.

SULLA FACCIA DELLA TERRA

“Che di giocattoli

    ce ne siano

uno per ognuno

e che lo stesso

valga a dire

per un pezzo

     di pane

ed uno di terra!”

Questo

è il mondo,

così

come lo vorresti

      vedere tu

e lo vorrei vedere io.

Ma tra le ingiustizie

e le bestemmie di ghisa,

questo

è il mondo

che mai vedremo,

perché

sulla faccia della Terra

non c’è posto per gli onesti.

 

NON HO PIÙ DUBBI

“Se quello

che voi chiamate civiltà

è quest’ammasso di tirapiedi,

di opportunisti,

di carrieristi smodati,

di miti costruiti

e di nefandezze da nascondere”?!…

Allora…

non ho più dubbi:

“è giunta l’ora

che i monumenti sprofondino

e che rinasca l’uomo”.

Tel. 340.4758693
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